13 ottobre 2010 - Francofonte - Il paese è in lutto, le saracinesche delle attività sono abbassate e segnate da un cartello: Chiuso per lutto. Sui balconi svolazza il tricolore. Francofonte è grigia e silenziosa questo pomeriggio. Un silenzio significativo che unisce la folla presente in massa in piazza Garibaldi per rendere omaggio e salutare per l’ultima volta il suo eroe.
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Sebastiano Ville, o meglio Damiano. Così lo chiamano da queste parti. Così lo chiamano familiari e amici che non è facile distinguere dal resto della folla. I loro volti sono segnati dal dolore, le loro lacrime si mescolano alla pioggia battente che cade su Francofonte. Alle mani tengono stretta una cornice, un’immagine del loro Damiano; il fratello la passa al padre Giuseppe; il padre alla madre.
Dalla camera ardente allestita a Palazzo Cruyllas, dove hanno accolto e recepito il dolore e il conforto di tutti, sono passati nelle postazioni di prima fila dove alle 16,00 è iniziata l’omelia di monsignor Salvatore Pappalardo. Breve perché condizionata dalla fitta pioggia ma intensa.
25’minuti, forse 30’, in cui i gonfaloni di numerosi comuni provinciali e regionali, venivano sostituiti da un tappeto di ombrelli che i presenti avevano portato dietro. Ma la pioggia non li ha fermati. Gli amici si riconoscono facilmente. Vestiti di scuro, rigorosamente, alcuni non fiatano e nemmeno vogliono essere avvicinati, altri indossano una maglia in ricordo di Sebastiano.
Turi, amico fraterno però ha voglia di parlare, di esprimere il suo dolore. “Abbiamo trascorso una vita insieme. Non ricordo un solo episodio, ne ricordo troppi. Eravamo come due fratelli. 18 anni di amicizia non si scordano così facilmente. Sebastiano era un ragazzo deciso, determinato, era capace di farti sorridere anche nei momenti meno indicati”.
A prendere posto in piazza Garibaldi c’è anche una grossa rappresentanza politica e istituzionale; le deputazioni regionali, i sindaci di Francofonte, Augusta, Canicattini, Lentini, Siracusa, il presidente della Provincia Bono, i corpi armati, la sezione Sicilia degli alpini, l’esercito, l’aeronautica militare, polizia di stato, carabinieri e associazioni di volontariato.
A rompere il silenzio assordante che accompagna l’omelia del vescovo di Siracusa, monsignor Pappalardo è un amico fraterno del defunto caporalmaggiore Ville. Il suo nome è Rosario. Racconta di un sms che Sebastiano aveva mandato ai genitori il 17 gennaio scorso, quando era ripartito per la sua seconda missione in Afghanistan.
“Grazie – c’era scritto in quell’sms – Vi amo anche se sono lontano. Grazie per la forza che mi date. Vi porto sempre nel mio cuore e questo mi rende immortale”.
Il racconto di tanti episodi è accompagnato poi dalla lettura di un passo che lo stesso Rosario ha scritto e che recita guardando la platea e portando ogni tanto i suoi occhi in su.
“… il giorno che sei ripartito mi avevi chiesto di chiamare a casa per te perché per qualche giorno non saresti stato raggiungibile … dai notizie di me alla mia famiglia e dì loro che sto bene … dì che è tutto apposto … perdonami se puoi ma ieri non ce l’ho fatta, il dolore m’ha fatto implodere il cervello e il cuore … sto ancora metabolizzando tutto quello che è successo … ma continuo a pensare e ripensare a te che non ci sei più … e mi sembra solo un brutto incubo … noi continueremo a portare avanti con lo spirito alpino che ci contraddistingue quello che abbiamo iniziato insieme in questa terra lontana affinché il tuo sacrificio non sia vano … lo so in questo momento le mie parole non sostituiscono la tua presenza ma anche se sei lontano il mio cuore e la mia mente sono lì vicino ai tuoi genitori a cui dico fatevi forza … lo so non è facile ma lui avrebbe voluto così … grazie Damiano per avermi permesso di essere stato tuo amico, sei stato un fratello hai riempito la mia vita ogni giorno … non ti dimenticherò mai … il tuo nome si è acceso da ieri sera nel cielo tra le stelle la tua faccia si è impressa nel mio cuore per sempre … adesso da mio migliore amico sei passato a mio angelo custode … ti voglio bene”.
“La città fin dall’inizio, a cominciare dal sottoscritto – ha commentato il sindaco di Francofonte, Giuseppe Castania – ha scelto la strada del silenzio, della preghiera e del rispetto. Una risposta garbata ma affranta sta tributando il saluto ad un vero e proprio eroe in missione di pace”.
Quando gli alpini issavano il feretro avvolto dal tricolore la folla si lasciava andare in uno scrosciante applauso. Il corteo da piazza Garibaldi raggiungeva il cimitero comunale di Francofonte per il seppellimento nella cappella di famiglia.
Durante il cammino anche la pioggia terminava il suo corso.
fonte: http://siracusa.blogsicilia.it/francofonte-l%E2%80%99ultimo-saluto-a-sebastiano-ville/9349/
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