Il convoglio di 70 mezzi, di cui faceva parte il Lince oggetto di un attacco oggi in Afghanistan che è costato la vita a quattro militari italiani e il ferimento grave ad un quinto, «era già stato attaccato con armi leggere nella giornata di ieri» quando era stato colpito un mezzo però statunitense. Lo ha detto nel corso di una conferenza stampa il ministro della Difesa, Ignazio La Russa. Il Lince dell'Esercito italiano, che si trovava al centro di un convoglio per il trasporto di elementi logistici, è stato colpito «a 200 chilometri ad est della città di Farah, nella zona sud ai confini della zona di competenza dei militari americani e inglesi». Non nega il diritto alla critica ma in situazioni come l'attentato costato la vita in Afghanistan a quattro alpini, chiedere il ritiro del contingente italiano appare al ministro della Difesa, Ignazio La Russa, una sorta di «sciacallaggio». «La critica - ha osservato a margine di una conferenza stampa - è legittima ma è importante che sia fondata e non sia pretestuosa e strumentale. Quando sento parlare di ritiro in occasione di un evento luttuoso - ha concluso - più che una critica mi viene in mente lo sciacallaggio».
NAPOLITANO E BERLUSCONI: "SOLIDARIETÀ ALLE FAMIGLIE" Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, «appresa con profonda commozione la notizia del gravissimo attentato in cui hanno perso la vita quattro militari italiani impegnati nella missione internazionale per la pace e la stabilità in Afghanistan - rendendosi interprete del profondo cordoglio del Paese - esprime i suoi sentimenti di solidale partecipazione al dolore dei famigliari dei caduti». Lo rende noto il Quirinale in un comunicato. Il premier Silvio Berlusconi ha «appreso con dolore la notizia del tragico agguato ai nostri ragazzi impegnati a riportare la pace in Afghanistan. Siamo vicini alle loro famiglie - ha detto il premier - come lo sono, ne sono sicuro, tutti gli italiani. Attendo con trepidazione notizie sull'altro nostro militare ferito. Siamo grati a tutti i soldati italiani che, nelle diverse missioni in tante parti del mondo, consentono al nostro paese di mantenere i suoi impegni internazionali a favore della pace e contro ogni forma di terrorismo».
BERLUSCONI: "LAVORIAMO PER LA PACE" «Purtroppo queste tragedie si ripetono spesso e noi ora stiamo lavorando per consegnare il controllo della situazione in questo Paese alle truppe afghane»: così il premier italiano Silvio Berlusconi ha risposto alle condoglianze del collega e amico Vladimir Putin per la morte dei militari italiani in Afghanistan. Lo riferisce l'agenzia Itar-Tass. «Noi portiamo il nostro contributo nella soluzione del problema, aiutiamo economicamente e sosteniamo lo sviluppo delle forze armate dell'Afghanistan», ha aggiunto Berlusconi. «Speriamo molto che non sia lontano il tempo in cui la terra afghana avrà la pace», ha replicato Putin.
CARFAGNA: "VICINI ALLE FAMIGLIE" «Oggi è un giorno di lutto» afferma il ministro Mara Carfagna nel suo blog dove sono pubblicate anche le foto dei quattro militari morti. «Se ne sono andati quattro eroi - prosegue - quattro uomini barbaramente uccisi da terroristi mentre facevano il loro lavoro, si battevano, portando ben alta la bandiera del nostro Paese, per portare libertà e democrazia in un Paese, l'Afghanistan, che continua a non trovare pace. In momenti come questi non possiamo che unirci intorno alle loro famiglie, condividere il grande dolore che provano oggi, dolore che è anche nostro».
PUTIN A BERLUSCONI: "CONDOGLIANZE" Il premier russo Vladimir Putin ha espresso le sue «più sincere condoglianze» per la morte dei militari italiani in Afghanistan in apertura dell'incontro odierno con il collega e amico Silvio Berlusconi in una residenza nei pressi di San Pietroburgo. Lo riferisce l'agenzia Itar-Tass. «Capisco quale emozione ha provocato in Italia la notizia di questa tragedia che ha colpito le famiglie italiane dei soldati uccisi, sappiamo benissimo cosa significa questo», ha dichiarato Putin, esprimendo a Berlusconi le sue «più sincere condoglianze».
PETRAEUS: "ITALIANI CORAGGIOSI" «Condoglianze» del generale David H. Petraeus, per l'uccisione dei quattro alpini in Afghanistan: «non dimenticheremo il loro coraggio e altruismo». «Questi soldati - afferma il comandante della missione Isaf in Afghanistan - hanno servito come parte del coraggioso contingente italiano che guida i nostri sforzi nel Comando regionale ovest». «Il loro operato coraggioso e altruistico - aggiunge Petraeus - non sarà dimenticato, in un momento in cui abbiamo deciso di sconfiggere quella insorgenza che toglie al popolo afgano sicurezza e stabilità e che vorrebbe fare di questo Paese ancora una volta un rifugio sicuro per i terroristi». «I nostri pensieri e le nostre preghiere - conclude il generale Usa - sono per le famiglie di questi soldati caduti. Condividiamo il loro dolore per questa perdita straziante».
USA: "RICONOSCENTI A ITALIANI" «Siamo infinitamente e dolorosamente riconoscenti per la dedizione e l'umanità di questi soldati nell'adempimento della loro missione a protezione della nostra sicurezza collettiva, fino all'estremo sacrificio». Lo ha detto l'ambasciatore americano in Italia, David Thorne, esprimendo «le più sentite condoglianze alle famiglie dei militari italiani che hanno perduto la vita questa mattina in Afghanistan». «Ogni vita - ha aggiunto l'ambasciatore - è preziosa; e ogni vita sacrificata per la causa comune è un dolore immensamente profondo».
SINDACO FRANCOFONTE: "LA CITTÀ PIANGE IL NOSTRO RAGAZZO" «In questo momento di dolore il silenzio è sovrano. Una intera città piange questo ragazzo». Lo ha detto il sindaco di Francofonte Giuseppe Castania, che stamattina si è recato a casa della famiglia Ville. «Ho appreso le prime informazioni circa il possibile coinvolgimento di un giovane di Francofonte nell'agguato - spiega il sindaco - questa mattina intorno alle 9,30 da una telefonata riservata delle forze dell'ordine. Poi, quando abbiamo avuto la dolorosa conferma, mi sono subito recato dai familiari per portare la testimonianza mia personale e della nostra intera comunità che si sente colpita».
SCHIFANI: "SOLDATI CORAGGIOSI" «L'Italia onora il sacrificio di questi nostri soldati coraggiosi, l'ennesimo pesante tributo di sangue che il nostro Paese paga in quelle terre lontane in una missione che difende la democrazia e la pace nel mondo». Lo afferma il presidente del Senato Renato Schifani che esprime, anche a nome dell'assemblea di palazzo Madama, il suo «più profondo dolore e cordoglio» ai familiari dei caduti e al Capo di Stato Maggiore della Difesa, generale Vincenzo Camporini.
PROFONDO CORDOGLIO DAL MINISTRO FRATTINI Profondo cordoglio ha espresso il ministro degli Esteri Franco Frattini per la morte dei quattro militari in Afghanistan. «Sono vicino alle famiglie - ha dichiarato in una nota - ed esprimo personalmente e a nome della Farnesina il mio più sincero cordoglio per la perdita subita. Auguro la più pronta guarigione al militare italiano ferito».«L'attentato contro i militari italiani - ha proseguito Frattini- è un altro esempio dell' altissimo costo umano che siamo costretti a pagare per una missione fondamentale per la nostra sicurezza nazionale». Il ministro sottolinea che «i terroristi che minacciano l'Europa vengono purtroppo da quelle aree di crisi e instabilità come l'Afghanistan ed è nostro dovere respingerli per non dare loro la possibilità di avvicinarsi alle nostre case e alle nostre famiglie». Il titolare della Farnesina aggiunge che «siamo assolutamente impegnati affinchè a partire dal prossimo Vertice della Nato a Lisbona, a novembre, si possa definire la nuova fase di transizione della strategia internazionale in Afghanistan e venga accelerata, provincia per provincia, l'assunzione delle responsabilità di sicurezza e controllo del territorio da parte dalle forze afgane alla cui formazione l'Italia ha dato un contributo eccezionale ed unanimente riconosciuto e di cui siamo fieri». In quell'occasione, conclude il ministro, «avrò direttamente l'occasione di fare il punto sulla strategia internazionale in Afghanistan alla riunione dei rappresentanti speciali dei ministri degli Esteri per l'Afghanistan ed il Pakistan che si svolgerà a Roma il 18 ottobre e alla quale parteciperanno anche il Ministro degli esteri afghano Zalmai Rassoul e le più alte cariche internazionali impegnate in Afghanistan, tra le quali il comandante delle operazioni militari, generale David Petraeus ed il rappresentante generale delle Nazioni Unite Staffan De Mistura».
DA CHITI "VICINANZA AI FAMILIARI" «Voglio esprimere il mio più profondo cordoglio per l'uccisione dei quattro militari italiani nella provincia di Farah e la mia personale vicinanza al soldato gravemente ferito e a tutte le loro famiglie».Così il Vice Presidente del Senato Vannino Chiti. «Il mio pieno sostegno - sottolinea Chiti - e la mia solidarietà, in momenti così drammatici, vanno alle nostre forze armate, e al sacrificio che compiono ogni giorno in prima linea, con coraggio e tenacia, per sconfiggere il terrorismo e aiutare la ricostruzione democratica non solo dell'Afghanistan ma di tante aree a rischio del pianeta».
DI PIETRO (IDV): "RABBIA" «Non ha più senso nè logica rimanere in Afghanistan in queste condizioni. A nome mio e dell'Italia dei Valori esprimo profondo cordoglio alle famiglie dei quattro militari che hanno perso la vita nel tragico attentato a Farah, in Afghanistan». Lo afferma il presidente dell'IdV, Antonio Di Pietro. «Siamo vicini a tutti quei soldati impegnati in missione e che quotidianamente mettono a repentaglio la propria incolumità. Oggi il giorno del lutto, e dovremmo stare in silenzio, ma sono stati troppi i silenzi su questa guerra. Adesso basta. Il governo si assuma le sue responsabilità e richiami immediatamente il nostro contingente. L'Italia dei Valori in Parlamento ha chiesto il ritiro dei nostri militari. La missione che avrebbe dovuto essere di pace ha cambiato i suoi connotati, trasformandosi in missione di guerra. Non ha più senso nè logica rimanere in Afghanistan in queste condizioni». «Viviamo con grande dolore questo ultimo lutto che ha colpito le nostre Forze armate ed esprimiamo affetto e solidarietà alle famiglie de giovani militari che danno onore alla nostra Italia», però «in questi particolari momenti, senza alcuna ipocrisia, esprimo tutta la mia rabbia per le giovani vite spezzate dalla mancanza di iniziativa internazionale del nostro governo che, nonostante le richieste e le pressioni dell'Idv, non si è attivato per prevedere una strategia d'uscita da quegli scenari che sono di guerra. Al ministro degli Esteri e a quello della Difesa voglio rivolgere solo una domanda: chi e cosa difendiamo in Afghanistan se nel Paese -conclude Belisario- sono in corso trattative tra governo e talebani?».
Fonte:
http://www.leggo.it/articolo.php?id=84080&sez=ITALIA