Beffa Ici per precari e agricoltori

tratto dal sito: http://palermo.repubblica.it/dettaglio/Al-via-il-governo-Lombardo/1470546
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Gli italiani che finalmente si sono scrollati di dosso l´imposta sulla casa, dovranno ringraziare soprattutto i siciliani. Lo dicono i numeri. Per compensare il gettino mancante, che ammonta a 2,5 miliardi di euro, il governo nazionale ha deciso di utilizzare 864 milioni di fondi stanziati in precedenza per l´Isola. A conti fatti, è un terzo del budget necessario ad abolire l´Ici.Ma questo vale solo per l´anno in corso perché, per mantenere l´abolizione dell´imposta anche nel 2009, serviranno altri 2,5 miliardi di euro. Così, verranno utilizzati ulteriori 960 milioni di fondi siciliani per nuove infrastrutture che erano stati ripartiti in annualità differenti. Il prelievo complessivo dai fondi regionali ammonta così a oltre 1,8 miliardi di euro.Fin qui le cifre nude e crude. Ma in che modo la Sicilia verrà concretamente penalizzata? E chi subirà maggiormente gli effetti del decreto taglia Ici? Di sicuro vivono giorni di grande preoccupazione i 3.200 precari che il Comune di Palermo avrebbe dovuto stabilizzare: i 55 milioni necessari, già stanziati in Finanziaria, sono stati infatti dirottati nel decreto per l´abolizione dell´imposta sulla casa. Gli lsu minacciano battaglia e domani sfileranno ancora per la città.Il decreto ha portato via pure i soldi per la mobilità: 940 milioni di fondi ex Fintecna (da dividere in tre annualità) e 700 milioni di somme destinate alla viabilità secondaria (da spendere in due anni). Bisognerà rinunciare, dunque, alla metropolitane di Palermo e Messina (250 milioni ciascuna), alla Circumetnea, alla statale Agrigento-Caltanissetta. E bisognerà rinviare a data da destinarsi l´ammodernamento delle strade comunali e provinciali.Dal fondo destinato agli investimenti immobiliari per gli enti previdenziali sono stati prelevati, sempre per abolire l´Ici, 78 milioni precedentemente assegnati a Enna per la realizzazione del campus universitario. Anche l´agricoltura siciliana ha pagato il suo prezzo. Esattamente 50 milioni che erano stati stanziati in favore dei viticultori danneggiati dalla peronospora. Il problema ha colpito soprattutto la provincia di Trapani ed è lì che da giorni monta la protesta.
Ma spulciando l´elenco dei finanziamenti eliminati o ridotti per bilanciare il mancato gettito dell´Ici, si scoprono altre decurtazioni «siciliane». Le isole minori della regione dovranno rinunciare a 5 milioni di euro, cioè alla quota del fondo nazionale di 20 milioni che è stato cancellato. I sindaci, che ieri si sono riuniti a Palermo, parlano di porti e di strade che non sarà possibile potenziare e minacciano di consegnare per protesta le fasce tricolore ai prefetti. Eliminati anche i fondi per le aree marine (2 milioni di euro) sui quali confidavano soprattutto le Eolie.E non sarà creato nemmeno il bosco di Gela, opera garantita da 3 milioni di euro del fondo per la forestazione, che adesso non esiste più. I tagli al budget per le autostrade del mare costeranno alla Sicilia 2 milioni di euro, altrettanti il ridimensionamento del piano per la banda larga e un milione per le reti digitali. Ce n´è pure per l´apicoltura alla quale verranno meno 2 milioni. Anche la sanità non è rimasta immune dall´operazione "addio Ici": è stato infatti tagliato il «fondo transitorio per le regioni con elevato disavanzo» sanitario: 14 milioni complessivi, quattro dei quali destinati all´amministrazione siciliana.«L´Isola sta pagando un prezzo pesantissimo, è inaccettabile», dice l´ex viceministro per lo Sviluppo economico, Sergio D´Antoni. «Il taglio dei fondi è una grave offesa ai siciliani», afferma Saverio Romano (Udc), mentre secondo Tonino Russo (Pd) «il governo è guidato e condizionato pesantemente dalla Lega». Il sottosegretario all´Economia, Nicola Cosentino, definisce il taglio dei fondi «solo un prestito». Ma i soldi, per ora, non ci sono più «e se dovessero riapparire - chiosa D´Antoni - per tutte le opere cancellate bisognerebbe far ripartire le procedure da zero».
(05 giugno 2008)
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Slovenia: SECONDO guasto alla centrale nucleare di Krsko

tratto dal sito web: http://www.italianotizie.it/leggi.asp?idcont=368
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L’allarme è stato ricevuto dalla Commissione europea di Bruxelless alle 17:38, che si è però affrettata a confermare che la fuga che ci è stata non ha alcun impatto ambientale e che il fermo, per qualche ora, della centrale, rientra nelle normali procedure utilizzate in caso di anomalia nel funzionamento delle macchine. Sembra che la fuga abbia interessato il circuito di raffreddamento della centrale e sono comunque in corso ulteriori accertamenti per capire cosa l’abbia causata.La centrale di Krsko è situata nella regione sud-occidentale della Slovenia, a 130 km da Trieste, ed è utilizzata in comune da Slovenia e Croazia per la produzione del 20% dell'elettricità consumata in Slovenia e del 15% di quella usata in Croazia. In base agli accordi Euratom, la comunità europea per l'energia atomica, il sistema di risposta rapida d'emergenza Ecurie prevede che i Paesi membri informino la Commissione europea e tutti gli altri Paesi partner all’occorrenza, prevedendo le misure di protezione della popolazione in seguito a incidenti a carattere radiologico o nucleare. A seguito dell'incidente la Regione Lombardia e l'Arpa hanno iniziato immediatamente controlli straordinari con il sistema di rilevamento della radioattivita' ambientale.
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Rifiuti, 35 roghi nella notte a Napoli e provincia

Ancora notte di cumuli di rifiuti in fiamme tra Napoli e provincia: trentacinque, la scorsa notte, gli interventi dei Vigili del Fuoco.Nonostante i continui appelli a tutela della salute, non si ferma, dunque, il fenomeno dei roghi che sta coinvolgendo ormai anche la zona centrale di Napoli. Cassonetti, nella maggior parte dei casi mini-discariche, sono stati dati alle fiamme anche in piazza Cavour, corso Arnaldo Lucci, via Galileo Ferraris.Molti gli interventi anche in provincia, tra Casoria, Afragola, Arzano e alla periferia di Napoli, come a Ponticelli.

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CASTELLI,OK PONTE STRETTO MA PRIMA CORRIDOIO 5

"Si' al ponte ma, un minuto prima, si' al 'Corridoio 5', questa grande opera strategica che condizionera' il futuro per i prossimi secoli". E' l'opinione del sottosegretario alle Infrastrutture, Roberto Castelli, che oggi ha incontrato al Pirellone, il presidente della Regione Roberto Formigoni e l'assessore alle infrastrutture Raffaele Cattaneo, per fare il punto sulle opere infrastrutturali della Lombardia (contenute in un dossier di oltre 100 pagine). Il ponte di Messina "e' una delle opere necessarie per il paese - ha spiegato Castelli - . Noi non diciamo 'no' al ponte, sicuramente pero' non diciamo 'si'' soltanto al ponte. Bisogna che tutto il paese venga infrastrutturato come le necessita' richiedono". "Oggi - ha continuato - c'e' un grande fermento sul trasporto ferroviario in tutto il mondo. Si stanno progettando linee che vanno dall'Atlantico al Pacifico e la Lombardia potrebbe essere al centro. Queste sono occasioni che non vanno assolutamente perdute, pena il declino economico del paese". "Nel 2000 - ha ricordato Castelli - avevamo studiato, in vista del Governo Berlusconi, un grande piano infrastrutturale di tutto il paese. Il Ponte sullo stretto fa parte del 'Corridoio 1' che e' quello che collega la Sicilia con Amburgo. Quindi, un grande 'corridoio' Nord-Sud, con Milano al centro". Il sottosegretario 'lamenta' il "ritardo enorme in Lombardia" per quanto riguarda il tema delle infrastrutture. E snocciola alcune cifre: "La Spagna ha 270 chilometri di autostrada ogni milione di abitanti, l'Italia ne ha 144, e la Lombardia ne ha 70. Questo e' il desolante dato con cui dobbiamo confrontarci".

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Sit-in del Pd a Palermo contro tagli al Sud

Sit-in oggi a Palermo dei parlamentari regionali e nazionali del Pd, di fronte a Palazzo d'Orleans, sede della giunta regionale. Hanno protestato contro la decisione del governo di utilizzare i due miliardi di euro che il precedente esecutivo Prodi aveva destinato alle infrastrutture della Sicilia per coprire il taglio dell'Ici dell'intero Paese. "Berlusconi ruba ai siciliani 2 miliardi di euro per pagare l'Ici ai ricchi del Nord e noi a Raffaele Lombardo chiediamo che intervenga contro questo scippo e faccia una vera battaglia autonomistica". Lo hanno detto alcuni deputati e senatori e parlamentari regionali del Pd durante il sit in. "Su due miliardi e mezzo necessari a coprire il taglio dell'Ici, ben due miliardi verranno dai tagli alle infrastrutture del sud, alla banda larga, all'agricoltura", ha detto il sen. Mirello Crisafulli e ha aggiunto: "Enna ad esempio vedrà sparire il campus universitario e 100 strade provinciali i cui lavori erano già stati appaltati". Per gli esponenti Pd "gli agricoltori siciliani perderanno i 50 milioni di euro chiesti per la peronospera e spariranno anche i 78 milioni di euro previsti per la banda larga. Per Antonello Cracolici capogruppo del Pd all'Ars "il provvedimento e' illecito e ha violato una norma costituzionale, poichè Lombardo era assente mentre per statuto avrebbe dovuto partecipare al consiglio dei ministri". Con il provvedimento "è stato azzerato il finanziamento per i 3 mila Lsu del comune di Palermo e mette in forse stabilizzazione e stipendio" ha aggiunto Franco Piro, candidato alla presidenza della provincia di Palermo.Sul caso nei giorni scorsi il presidente della Regione, Raffaele Lombardo, aveva annunciato di essere pronto a ricorrere alla Corte costituzionale, ma non sul merito del provvedimento, "che certamente condividiamo - aveva spiegato - ricorrendo anche alle risorse finanziarie che erano destinate alla realizzazione di infrastrutture in Sicilia", ma perché "si è realizzata un'evidente violazione dell'articolo 21 dello statuto autonomistico, secondo cui il presidente della Regione partecipa con voto consultivo alle sedute del Consiglio quando si discutono materie di interesse regionale". E martedì alle 11 nella sala stampa dell'Ars, diranno la loro anche i ministri ombra del Pd: Matteo Colaninno, ministro ombra per lo Sviluppo economico, e Andrea Martella, per le Infrastrutture e trasporti. Con loro Antonello Cracolici, presidente del gruppo Pd all'Ars, Francantonio Genovese, segretario regionale Pd, Tonino Russo, vicesegretario regionale Pd, Angelo Capodicasa, già viceministro alle Infrastrutture, e Sergio D'Antoni, già viceministro allo Sviluppo Economico.

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