Francofonte, non tutto ciò che si vede è….

3 novembre 2010 - Evocare il passato di una nazione, la storia della costruzione di uno Stato democratico, i sacrifici umani o la vita immolata per proseguire sulla strada dello sviluppo e della crescita è per alcuni un errore, è dietrologia, per altri invece è percorrere la strada della memoria per fissare nella mente di quegli uomini, che facilmente dimenticano, quanto battaglie e quanto lavoro ci sono voluti per la conquista del diritto alla libertà, del diritto al lavoro, del diritto alla cultura ed alla formazione, del diritto di espressione e della libera circolazione delle idee, del diritto alla dignità umana, alla individualità e alla socialità, e così via per ogni fondamento della crescita della società civile.


L’Italia ed il suo contesto sono stati per anni un campo di gioco aperto alle politiche pubbliche ed alle risorse intellettuali, tra le più spiccate, autorevoli e libere.

Oggi questo campo è disseminato di ordigni politico-economici che attentano alla libertà, nel suo ampio significato.

Qui mi fermo, perché non voglio dissertare su temi così alti come libertà e democrazia, tuttavia desidero portare solo un poco l’attenzione del lettore sul pericolo, che oggi la Nazione corre riguardo alla possibilità che la condizione di democrazia e di sviluppo venga costretta nel ristretto ambito del controllo totale della plutocrazia italiana militante.
E con essa, tutto ciò che attiene alla libera informazione sui fatti della vita ordinaria, nella quale gli esempi e la manifestazione del potere politico si stringono sempre più sul piano della falsità, della abiura ai principi democratici fondanti della società civile, fino a cogliere la limitazione dei diritti su elencati.
Tutto si riflette poi anche nelle realtà locali, nelle quali abbiamo prova di dissennati comportamenti pubblici di politici e funzionari, spesse volte indisturbati nella loro opera “picconatrice” di abbattimento degli spazi liberi, nei quali il confronto leale e la corretta informazione sull’opera da essi condotta potrebbe benissimo coinvolgere coloro che hanno fame di scienza e di conoscenza, ma ai quali quegli altri intendono piuttosto negare il diritto, mediante forme di controllo persino tra le più spudorate.

E qui chiudo, invitando i lettori ad aprire gli occhi sui disservizi, che oltre ogni proclama di bontà e bellezza appaiono in tutta la loro forza nascosti con puntualità e perizia dall’informazione controllata, reggimentale e propagandistica.

Nel video qui riportato, sono riprodotte alcune brevi immagini della stato pietoso in cui versa la sede del Comando Vigili Urbani di Francofone, i cui locali erano stati destinati, da progetto, al Servizio della Protezione Civile nell’area di attendamento in caso di calamità naturali.

Da notizie ufficiose, che però devono essere confermate, pare che, nonostante i lavori vennero consegnati anni fa, gli immobili non siano stati ancora sottoposti al collaudo da parte dei funzionari della Regione Siciliana riguardante la regolarità tecnica, tanto è vero che la stessa Croce Rossa – sezione comunale di Francofone – non ha potuto impegnare i locali che l’amministrazione comunale voleva assegnarle, perché manca una certa documentazione ufficiale, che deve essere inviata alla direzione centrale della C.R.I..
In breve, tutto qua. Buona visione!
Di Nello Russo
Fonte: http://www.blogsicilia.it/blog/francofonte-non-tutto-cio-che-si-vede-e/13660/

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