Libia, l’Italia contribuirà con basi, uomini e mezzi

Siamo in guerra. Nella «Coalizione dei volenterosi» o nella Nato. Comunque in guerra contro Muammar Gheddafi. L'Italia «parteciperà attivamente» all'attuazione della risoluzione delle Nazioni Unite sulla Libia e autorizza «l'uso delle sue basi e non solo». Così il titolare della Farnesina, Franco Frattini in Senato, riferendo alle Commissioni Esteri e Difesa dei due rami del Parlamento. Tra gli assetti messi a disposizione dell'Italia vi è la «forte capacità di neutralizzare radar e ipotetici avversari» in Libia «e su questo potrebbe esserci una nostra iniziativa: possiamointervenire in ogni modo», specifica, nel corso della stessa riunione, il ministro della Difesa, Ignazio La Russa.




NON SOLO LE BASI

Il Governo chiederà «l'autorizzazione » al Parlamento di «aderire alla coalizione di volenterosi» cui spetterà far rispettare la risoluzioneOnusulla Libia, annuncia il titolare della Difesa, sottolineando che l'Italia interverrà con gli altri Paesi disponibili e con le organizzazioni internazionali, «offrendo le basi, ma senza nessun limite restrittivo all'intervento, quando si ritenesse necessario per far rispettare la risoluzione Onu» e garantire la tutela dei cittadini. Un impegno fortemente sollecitato dal Capo dello Stato, Giorgio Napolitano. «Nonè possibile restare indifferenti davanti alle attese di democrazia e di libertà che arrivano dall’altra sponda del Mediterraneo e quanto sia inaccettabile la sistematica repressione della libertà compiuta da Gheddafi», rimarca con forza il presidente della Repubblica parlando al Teatro Regio di Torino.



«Se pensiamo a ciò che è stato il nostro Risorgimento, innanzitutto come movimento liberatore, nonpossiamo rimanere indifferenti rispetto alla sistematica repressione di fondamentali libertà e diritti». Parole scandite da un lungo applauso. Napolitano parla delle decisioni impegnative e difficili che l’Italia è chiamata a compiere per fermare i massacri in Libia. Decisioni che di lì a poco prenderanno corpo a Roma, a Palazzo Chigi e nei due rami del Parlamento. «Le nostre basi sono a disposizione nell'eventualità che serva intervenire a salvaguardia delle popolazioni civili. La nostra aeronautica è a disposizione per evitare che le popolazioni civili subiscano bombardamenti », rimarca La Russa conversando con i cronisti dopo l'audizione a Palazzo Madama. L’Italia farà la sua parte: in basi, uomini e mezzi: almeno cinque navi, sette basi e cacciabombardieri in grado di distruggere le postazioni antiaeree quando scatterà la «no fly zone». Sono sette le basi aeree che l'Italia può mettere a disposizione in relazione alla situazione in Libia, specifica La Russa: Amendola, Gioia del Colle, Sigonella, Aviano, Trapani, Decimomannu e Pantelleria.



«La risoluzione 1973 dell'Onu sulla Libia, per essere attuata, richiede l'Italia: comprendete bene che non potevamo neanche immaginare, davanti ad un consenso unanimedella Comunità internazionale, di non consentire che partisse questa missione dell'Onu», dice Frattini al Senato rispondendo a chi gli chiedeva della posizione di astensione della Germania. «Noi rispettiamo la decisione della Germania che ha detto “ci asteniamo e ovviamente comprendiamo le motivazioni di quelli che non si astengono”, come ha riferito la cancelliera Merkel. La differenza con noi - spiega il titolare della Farnesina - è che senza la Germania questa missione si può realizzare, senza di noi no». Il capo della diplomazia italiana si mostra più che scettico sulla tenuta del cessate- il-fuoco annunciato dal regime libico: «Secondomeil cessate il fuoco non reggerà» e in Libia «ci saranno degli attacchi», si lascia andare Frattini. Anche per questo l’Italia hadeciso la chiusura della nostra Ambasciata a Tripoli:«Una misura coerente con l' attuazione della risoluzione dell'Onu», motiva il ministro, aggiungendo che l'Italia ha chiesto «alla Turchia, secondo le convenzioni internazionali, di curare gli interessi dell'Italia in territorio libico». La Turchia ha accettato la richiesta italiana.



LA LEGA «TEDESCA»

Ma non tutti, nella maggioranza, sono su queste posizioni. «La Lega Nord si sente vicina alla posizione della Germania per quanto riguarda il problema della Libia», aveva dichiarato all’apertura della giornata Umberto Bossi. Il Senatur frena - con il ministro leghista Roberto Calderoli che si astiene in Consiglio dei ministri - e i suoi parlamentari lo seguono, non partecipando sia al Senato che alla Camera al voto, in sede di commissioni unite Esteri e Difesa, sul via libera al Governo per l'attuazione della risoluzione Onu sulla Libia (l’Idv si è astenuta). «Rispettiamo questa posizione, la comprendiamo, l'abbiamo vista anche sull'Afghanistan: la Lega alla fine mantiene una lealtà assoluta alle azioni del Governo», prova a minimizzare Frattini. «Senonci fosse stata la presenza dei parlamentari di opposizione, nelle Commissioni Esteri e Difesa della Camera la maggioranza non avrebbe avuto i voti necessari a votare sulla risoluzione dell'Onu per la Libia», commenta la vice presidente dei deputati Pd, Rosa Calipari, che stigmatizza «l’assenza della Lega».
Fonte: http://www.unita.it/italia/libia-l-italia-contribuira-con-basi-uomini-e-mezzi-1.277694

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